giovedì 29 settembre 2011

Bimbi «mangiati» dai topi, così vivono i rom nella baraccopoli di Zia Lisa

CATANIA - Bimbi «rosicchiati» dai topi, in preda ad infezioni per le ferite curate male. I loro genitori, infatti, stentano a portarli in ospedale per paura di essere sgomberati dalla baraccopoli nella quale vivono. È il calvario dei piccoli rom che abitano nel quartiere Zia Lisa, dietro il cimitero di Catania. Sono almeno cinque, con ferite sparse su tutto il corpo, dalle braccia in giù. Vivono in mezzo alla spazzatura, in una favela infestata da topi «lunghi anche 40 cm e molto aggressivi», hanno raccontato loro stessi ai volontari delle varie associazioni catanesi che cercano di aiutarli.
«Il campo è dentro una discarica abusiva - conferma il direttore della Caritas di Catania padre Valerio Di Trapani – e, nonostante le proteste delle famiglie rom, c'è ancora chi getta rifiuti tra le loro baracche. Anche noi abbiamo saputo dei morsi ai bambini: ecco perchè ci stiamo impegnando in un'opera di derattizzazione, come abbiamo già fatto qualche anno fa nella baraccopoli di corso dei Martiri, posizionando il veleno lontano dalla portata dei bimbi». Sono decine le capanne, costruite con legni e mezzi di fortuna, che si intravedono dal parcheggio del cimitero: sono lì da anni, nonostante sgomberi e roghi. Eppure, per camminare nel fossato dove ci sono le baracche ci vogliono gli stivali. «Alcuni bambini - continua Di Trapani - sono stati costretti a cambiare campo. Almeno quello di transito allestito qualche mese fa dal Comune a Fontanarossa vicino l'aeroporto, dopo lo sgombero del Palazzo delle Poste, è il tentativo di fare uscire queste persone da situazioni come quella di Zia Lisa: ora abitano in roulotte, hanno luce e acqua, vivono in modo dignitoso. Anche a San Giuseppe La Rena, dove c'è una comunità molto numerosa, non ci sono allarmi sanitari così gravi».
Nella zona c'è il «presidio leggero» del Comune, tuttavia mancano ancora i cassonetti della spazzatura per i rifiuti domestici prodotti dalle famiglie rom. Poca cosa, comunque, rispetto alle tonnellate di schifezze scaricate da ignoti dietro i loro materassi. Oggi anche per i piccoli di Zia Lisa è stato il primo giorno di scuola: fino all'anno scorso la Caritas veniva a prenderli con un pulmino e li accompagnava in classe, con doposcuola e mensa tre volte a settimana. «Quest'anno hanno fatto le iscrizioni, ma il servizio non è ancora partito - conclude il direttore della Caritas etnea - perchè il nostro pulmino ha solo 9 posti mentre gli scolari sono aumentati: sono almeno 20 a San Giuseppe La Rena e 5 a Zia Lisa. Tuttavia ci stiamo organizzando, speriamo di ripartire la prossima settimana».

Fonte Italpress
16 settembre 2011
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Albenga, prolificano gli scarafaggi: negozianti chiedono disinfestazione

Albenga. Di solito fanno capolino nel periodo primaverile, per sparire durante l’estate, ma in questi ultimi mesi hanno continuato a proliferare e invadere tratti di strada. Sono gli scarafaggi, insetti ormai noti ai pedoni del centro albenganese. Ne sono stati avvistati nugoli e schiere in viale Martiri, via Medaglie d’Oro, via Torlaro e via don Isola. Ma anche in viale Pontelungo, come in via Dalmazia e viale 8 Marzo.
L’elenco dei toponimi potrebbe proseguire per localizzare dove sono maggiormente notati e sgraditi i piccoli ospiti. Le blatte prolificano nei ricettacoli di sporcizia, negli angoli trascurati, ma anche all’interno dei condomini, soprattutto nei vani caldaia e negli scantinati. Quest’anno anche l’estate è stato un periodo boom per gli scarfaggi nel centro ingauno, tanto che residenti, ma soprattutto negozianti, hanno chiesto all’amministrazione comunale di attivarsi per avviare disinfestazioni.
La battaglia contro scarafaggi, ma anche topi e insetti molesti, e contro l’incuria urbana era stata propria di Rosy Guarnieri quale capogruppo leghista, prima della vittoria elettorale: “I tombini – attaccava dai banchi dell’opposizione – essendo pieni di ogni sorta di spazzatura, puzzano maledettamente, così come i contenitori per la raccolta dei rifiuti, anche quella differenziata, e gli amministratori condominiali non sono in grado di sostenere le spese per acquistare una lavacassonetti”.

Articolo del 13/09/2011 tratto da IVG.it

giovedì 22 settembre 2011

Piccioni maligni!

               

Vigneti presi di mira dagli storni. Distrutti il 10% dei grappoli

Nei vigneti presi di mira dagli storni sono andati distrutti fino al 10 per cento dei grappoli di uva particolarmente apprezzata da questi uccelli con il grande caldo di una estate particolarmente asciutta. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti che evidenzia una situazione difficile in molte regioni d’Italia, dall’Emilia Romagna all’Abruzzo – dove è stata chiesta l’istituzione di una apposita unità di crisi – e dalla Puglia alla Toscana dove alla raccolta delle uve del Candia dei Colli Apuani mancano all’appello quasi il 10 per cento di grappoli distrutti dai volatili. Anche se il pericolo non è quello del famoso film di Alfred Hitchcock, la situazione è grave e complessivamente i danni provocati all’agricoltura dagli storni quest’anno sono stimati in milioni di euro sul territorio nazionale dove in molte aree – sottolinea la Coldiretti – questi uccelli sono diventati stanziali e colpiscono oltre all’uva da vino anche quella da tavola ma beccano anche la frutta e le olive. Le imprese agricole – sostiene la Coldiretti – sono dunque penalizzate da due fattori: il primo è la difficoltà di contenere la sempre più rapida diffusione di questi uccelli, che si contano ormai in termini di milioni di esemplari; il secondo è la difficoltà ad ottenere i risarcimenti dagli enti pubblici, che hanno ancora tempi molto lunghi. L’Italia ad oggi é l’unico tra i Paesi mediterranei dove non è ammessa, salvo deroghe, la caccia a questo dannoso uccello, nonostante la richiesta presentata alla Commissione Europea, considerati anche i danni ingenti che provoca tale specie all’agricoltura. I danni provocati dagli storni rientrano – continua la Coldiretti – nel più generale problema della presenza di animali selvatici come i cinghiali e gli ungulati che mettono in pericolo non solo le cose ma anche la vita quotidiana delle persone, estendendosi dalle campagne alle città. (ANSA).

Tratto da "Con i Piedi per Terra"

Rifiuti e zanzare, un vero incubo in prima Circoscrizione

Contro le zanzare ed i rifiuti, lotta senza ... quartiere. I cittadini della prima Circoscrizione (Palese, Santo Spirito, Catino e Enziteto) chiedono agli amministratori interventi concreti finalizzati a rendere più vivibile il territorio, colpito più ancora di altre zone di Bari dalla famigerata zanzara tigre. Una situazione che senbra peggiorata rispetto agli scorsi anni.

"Dalla padella alla brace" è il commento rassegnato di Carlo Cirasola del Movimento Schittulli che si fa interprete delle lamentele di cittadini in materia di zanzare e gestione dei rifiuti. Un’estate che non finisce mai, dichiara Cirasola, ed il problema delle zanzare tigre e dei cassonetti puzzolenti rimane continuando ad assillare i poveri cittadini.

Alcuni concittadini anziani, in mancanza di atti concreti e visibili, filosofeggiando ricordano un antico detto molto significativo: l'acqua scarseggia e la papera non galleggia. Frase molto chiara che inequivocabilmente fotografa la situazione di carenza di fondi in cui si troverebbe l'amministrazione di Michele Emiliano soprattutto per quando riguarda i quartieri di Palese e S.Spirito.

Proprio gli anziani, unitamente ad una miriade di cittadini, sono i soggetti che in questo periodo estivo sono aggrediti in tutte le ore della giornata dalla mattina alla sera da sciami di zanzare della specie più pericolosa: le zanzare tigri. Più aggressiva delle altre zanzare, colpisce prevalentemente di giorno. La sua puntura provoca vistose bolle e pruriti particolarmente fastidiosi nei soggetti più sensibili. In Italia la zanzara tigre non è veicolo di trasmissioni virali sull'uomo.

Le dichiarazioni tranquillizzanti di alcuni responsabili purtroppo non hanno trovato riscontro nella realtà. Anche Carbonara, Ceglie e Loseto, oltre a Palese, Santo Spirito, Enziteto e Catino, sono invase da migliaia di questi insetti.

A proposito di profilassi, nonostante le dichiarazioni rilasciate dai dirigenti dell'Amiu, alcuni cittadini e lo stesso Cirasola smentiscono che sia stata effettuata una preventiva e seria disinfestazione e rincarando la dose, contestano alla stessa azienda di non lavare, disinfettare e igienizzare i bidoni dei rifiuti da molti anni, mentre a Giovinazzo e in altri comuni (solo per citare un esempio vicino) la media sarebbe di una-due volte alla settimana. Invece, per vedere lavata una strada, non i cassonetti, a Palese o S.Spirito bisogna aspettare l’operazione Bari Pulita, una operazione inutile e dispendiosa che non serve a niente. Lavare una strada ed una spazzatura più vigorosa per 1 giorno, operazione ordinaria nei paesi civili, per l’AMIU diventa un’operazione straordinaria che di straordinario ha solo l’orario visto che si svolge nelle ore notturne dopo la mezzanotte. Resta la magra consolazione, afferma un cittadino, che a fronte di 364 giorni di una “Bari sporca” almeno per un giorno la vediamo ”Pulita”.

E’ di questo giorni, continua Cirasola, la notizia che il presidente Vendola e gli assessori all’Ambiente e al Bilancio, Lorenzo Nicastro e Michele Pelillo, hanno presentato in conferenza stampa lo schema di disegno di legge con il quale si definisce il tributo per il conferimento dei rifiuti in discarica, la cosiddetta “ecotassa” e un atto di indirizzo per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. Le tariffe, hanno affermato gli amministratori, erano troppo basse per i comuni non virtuosi per la raccolta differenziata e quindi bisognava adeguare i contratti di servizio dei comuni e elevare la qualità della raccolta dell’umido e degli imballaggi, introducendo criteri di monitoraggio della raccolta”.

"Insomma - continua Cirasola - cambiano i criteri per l’ecotassa che i Comuni versano alle discariche all’atto dello sversamento e che ha riflessi sulla Tarsu, la tassa rifiuti urbani che viene pagata dai cittadini ai Comuni. In sostanza i Comuni, o meglio i cittadini non virtuosi nella raccolta differenziata pagheranno molto di più la Tassa". A questo punto Cirasola punta il dito contro l’AMIU ed afferma che "in prima Circoscrizione, a parte l’isola felice di Catino, ci sono alcune zone dove mancano del tutto i cassonetti della plastica, della carta e le campane di vetro, per i rifiuti speciali o tossico nocivi sono carenti le informazioni per il loro corretto smaltimento.

A fronte di tutto questo, l’aumento della percentuale di raccolta differenziata a Bari diventa una chimera e quindi, se non ci dovessero essere novità, i cittadini subiranno prossimamente un aumento della Tarsu perché la Regione aumenterà per Bari l’ecotassa. L’assessore ai tributi Giannini poi, per giustificare un ulteriore aumento dopo quello del 25% di due anni fa ci racconterà che il tutto è collegato all’entrata in funzione della TIA (Tassa Igiene Ambientale) ed il tutto finirà a tarallucci e vino per AMIU e Comune ma andrà ad appesantire il carico fiscale dei cittadini.

"Questi - conclude Cirasola - si aspettano che ci sia un cambio di rotta nella gestione dei rifiuti da parte dell’AMIU a cominciare da una maggiore responsabilità e sensibilità da parte degli operatori ecologici a volte avulsi rispetto a certe situazioni anomale nella zona di competenza, situazioni che dovrebbero essere segnalate prontamente ai superiori per i provvedimenti di competenza".

di Gaetano Macina

Articolo del 19/09/2011 tratto da BariLive.it

Scienziati affermano che la biosicurezza delle isole Galapagos è in pericolo

Un team internazionale di scienziati ha fatto una prognosi preoccupante per la biosicurezza delle isole Galapagos. Assieme a colleghi nel Regno Unito e negli Stati Uniti, i ricercatori provenienti dal gruppo di isole vulcaniche dell'Ecuador situate vicine all'equatore nell'Oceano Pacifico hanno studiato la minaccia di malattie rappresentata dalle popolazioni di zanzare per l'eccezionale fauna delle isole.

Le loro scoperte mostrano che una specie di zanzara è in grado di trasmettere il virus del Nilo occidentale (West Nile virus - WNV), una malattia potenzialmente letale per la fauna selvatica. Alla luce di questa accresciuta minaccia, il team conclude che deve essere prestata maggiore attenzione in termini di biosicurezza.

Gli uccelli sono il bersaglio più comune del WNV, ma anche i mammiferi (inclusi gli esseri umani) e i rettili possono essere colpiti. Il virus può essere collegato in modo diretto alla diminuzione di molte popolazioni di uccelli.

Anche se il WNV ha di recente invaso il Sud America, per fortuna non ha ancora raggiunto le isole Galapagos. Tuttavia, recenti studi hanno mostrato che un tipo di zanzara (Culex quinquefasciatus), che potrebbe trasmettere la malattia, si è fatto dare dei passaggi in aereo fino alle Galapagos.

Il professor Andrew Cunningham della Zoological Society di Londra nel Regno Unito afferma: "Ora sappiamo che le zanzare che sono in grado di trasmettere il virus del Nilo occidentale hanno una via d'accesso alle Galapagos e, una volta lì, il virus si potrebbe diffondere anche alla popolazione locale di zanzare. Ciò significa che sono possibili gravi effetti sulle specie endemiche. Non c'è dubbio che il virus del Nilo occidentale rappresenti una seria minaccia per la sopravvivenza della ricca fauna selvatica delle Galapagos."

Il team ha dimostrato che la zanzara Culex quinquefasciatus è in grado di trasmettere il WNV svolgendo dei test sulla capacità dell'insetto di trasmettere diversi ceppi del virus a varie temperature.

Il team indica come necessarie delle rigide misure di controllo degli insetti su aerei e navi che si spostano tra la terra ferma e le isole, misure che devono essere implementate direttamente in Ecuador per evitare che la malattia raggiunga le isole.

Il dott. Simon Goodman della University of Leeds dice: "Pezzo dopo pezzo noi stiamo creando un'immagine dettagliata dell'ecologia della malattia nelle Galapagos e di ciò che potrebbe accadere se il WNV raggiungesse le isole. Una volta introdotto il WNV alle Galapagos, esso sarebbe molto più difficile da arginare. Perciò la migliore strategia è innanzitutto quella di avere rigide misure di prevenzione per ridurre la possibilità che la malattia raggiunga le isole."

Le isole Galapagos e le acque circostanti formano un parco nazionale oltre che una riserva biologica marina, e hanno una popolazione di circa 23.000 abitanti. Esse sono conosciute in tutto il mondo per la flora e la fauna eccezionali, e sono anche famose per essere state studiate da Charles Darwin durante il diciannovesimo secolo.

Gillian Eastwood, un altro autore dello studio della Zoological Society di Londra, dice: "Anche se il WNV ancora non è presente alle Galapagos, è importante immaginare come potrebbero apparire futuri scenari della malattia mediante l'osservazione di come questo particolare virus interagirebbe all'interno di questo ecosistema unico. Valutare il ruolo che le zanzare potrebbero avere è quindi fondamentale. Questa parte recente del nostro lavoro rappresenta comunque solo un aspetto della comprensione della possibile trasmissione del WNV sulle isole; rimane ancora infatti da vedere quanto gravemente la vita naturale delle Galapagos potrebbe essere colpita, ma si dovrebbero comunque prendere tutte le precauzioni possibili."

Tratto dal CORDIS notiziario

Mazzola: Nella mia città non si sterminano i piccioni

TARQUINIA – «Non voglio sterminare i piccioni, la mia ordinanza è stata varata a tutela della salute, della gestione e del contenimento dei numeri di questi volatili, che tra l’altro ledono anche il nostro patrimonio architettonico». Il sindaco Mauro Mazzola risponde così ai media e all’Enpa che ha criticato l’ordinanza ritenendola illegittima. «Ho ricevuto di contro risposte positive da tanti cittadini – dichiara il sindaco – che da tempo lamentano una situazione divenuta insostenibile e da altrettanti sindaci, che hanno lo stesso problema nella loro città e mi hanno chiesto di poter disporre dell’ordinanza, per poterla  applicare nei loro comuni». Certo è che l’ordinanza ha avuto scalpore anche a livello nazionale: «E’ arrivata in città addirittura una troupe di Canale 5 che ha intervistato sia i cittadini sia il sindaco. La mia ordinanza, che ha scandalizzato l’Enpa, è in realtà un provvedimento preso dopo le continue lamentele dei cittadini e le segnalazioni da parte della Ausl, dal Direttore Sanitario dell’Ospedale, da parte dell’Ufficio di Igiene ospedaliero».  «Non ho ordinato lo sterminio dei piccioni – continua rivolto all’Enpa – ho detto che per una questione di allarme sanitario si debba fare una selezione. Del resto sul sito della Regione Lazio si trova la legittimazione con la pre-apertura della caccia del 1° e del 3 settembre alla selezione di ghiandaie, tortore, gazze e cornacchie e, in altri momenti dell’anno, la selezione avviene anche per caprioli e cinghiali. E allora perché tanto scalpore per i piccioni. E’ una discriminante allora nei confronti degli altri animali? I piccioni sono troppi e vanno selezionati. E non lo dico così per partito preso, ho fatto fare dalla Polizia Provinciale un controllo numerico ed è risultato veramente eccessivo». Il sindaco specifica quindi come non si tratti di un’ordinanza semplicistica e superficiale. «Non capisco perché l’ENPA non voglia comprendere ciò – riferisce  il sindaco – del resto nella mia ordinanza non si parla soltanto di selezione ma di tutta una serie di azioni. Bisognerebbe collaborare in nome non solo della primaria igiene pubblica ma anche per la salvaguardia dei nostri beni architettonici. Il nostro è un problema di tante città e non è un caso se tanti cittadini su “you tube” apprezzino l’iniziativa come non è un caso che tanti sindaci mi abbiano contattato per avere l’ordinanza ben studiata ed articolata. Non si possono chiudere gli occhi sul fatto che i cittadini stiano provvedendo autonomamente alla situazione, mettendo grano avvelenato, o “sparando” dai tetti e balconi. Credo che le istituzioni abbiano perciò il dovere di intervenire».

Tratto da CIVITANEWS



IL sindaco di Tarqunia Mazzola